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Le Nazioni Unite usate per imporre il femminismo: una denuncia dall’interno

Alexandra Cohen ha rappresentato il Belgio a conferenze dell’ONU sullo “stato delle donne” ed indignata ha denunciato i meccanismi con cui le femministe usano l’ONU per imporre la propria ideologia Marxista in un articolo su The Brussels Journal dal titolo “The United Nations Exposed: A View From Within”.

La Cohen narra che a queste riunioni in realtà partecipano una “pletora di istituiti per le pari opportunità ed organizzazioni, tutte mantenute e che non rendono conto a nessuno. Nel nome dell’impadronimento del potere della donna erano primariamente preoccupate per la continuazione dell’attenzione e dei fondi per le proprie attività”.

Ad esempio la Cohen denuncia di come un programma per contrastare la mortalità al momento del parto venisse usato come occasione per usare il nome ONU per portare avanti le proprie politiche abortiste.

Gravissimo l’attacco contro l’Italia da parte di Manjoo Rashida,una femminista americana che lavora per l’ONU, che arriva a dire:

”Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni…miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine”.

Pare che a questa femminista le condizioni di vita di uomini e bambini non interessino, e che il “femminicidio” (l’uccisione di una donna) sia qualcosa di più grave dell’omicidio (l’uccisione di una persona), tanto da inventarsi la delirante accusa dei “crimini di Stato tollerati”.

Dichiarazioni che ricordano il nazismo (in quel caso era la vita degli ebrei e non quella degli uomini e dei bambini ad avere meno valore) provenienti da una pagata dall’ONU, che perde tempo e fondi ad attaccare l’Italia quando le donne hanno problemi, questa volta veri, in paesi come l’Arabia Saudita.

Che qualcosa di grave stesse accadendo si era anche capito da siti femministi che partendo da

“Il Rapporto Ombra, alla cui stesura hanno collaborato tantissime persone, donne, lesbiche, che sono attivamente impegnate nella difesa dei loro diritti”

arrivano a

“L’ONU richiama il governo italiano su femminicidi e uso della PAS”

Nella realtà:

  • Non esiste nessun femminicidio: gli uomini italiani uccidono al 75.4% altri uomini; ed anche le donne italiane uccidono al 67.4% gli uomini (fonte: dati Dipartimento Pubblica Sicurezza, pubblicati nella tavola IV.17 del Rapporto del Viminale sulla Criminalità in Italia).
  • La PAS (Alienazione Genitoriale) è un abuso sull’infanzia subito da bambini coinvolti in separazioni conflittuali, troppo frequentemente accese da avvocate femministe per dare sfogo al proprio odio di genere ed arricchirsi.
  • L’ONU svolge un’importante ruolo di tutela dei diritti umani, e non può rischiare di perdere credibilità venendo percepito come mandante dei progetti del lesbo-femminismo.
 

 

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Vajassa Faldocci, il vero simbolo del femminismo

Chi è il vero simbolo del femminismo?

Non Rosie la Rivettatrice.   Durante la seconda guerra mondiale venne fotografata mentre lavorava in acciaieria, e dalla foto le femministe trassero a sua insaputa l’icona di “Rosie la rivettatrice”, la donna nerboruta che fa lavori maschili dicendo “We Can Do It!”.   Nella realtà si chiamava Geraldine e dopo due settimane abbandonò l’acciaieria, ritenendola pericolosa per le mani, preferendo fare la commessa in una libreria.   Geraldine conobbe il futuro marito, il dentista Leo Doyle, mentre lavorava come venditrice di gelati. Vissero felici e contenti per 66 anni ed ebbero 6 figli e numerosi nipoti.    È morta il 26/12/2010 e le figlie la ricordano con un viso dolce e senza bicipiti.

Non è Jane Roe, la donna stuprata che ottenne la legalizzazione dell’aborto.  Fino a quando un giorno «durante una Messa caddi in ginocchio e chiesi perdono a Dio per tutto quello che avevo fatto.  Una delle confessioni che devo fare è che nel 1973 ho mentito, dichiarando di essere rimasta incinta dopo essere stata violentata da una banda. L’avvocata ci basò buona parte della mozione, sapendo che gli americani sarebbero certo stati a favore dell´interruzione di gravidanza per una donna stuprata. Ma non era vero. Avevo mentito. La legge che ha ucciso milioni di vite era nata da una bugia».

Non sono nemmeno le 129 donne morte l’8 Marzo 1908 nella filanda tessile Cotton di New York chiuse dal padrone per impedire uno sciopero mentre la filanda prese fuoco.  Si è scoperto che anche quella era tutta una bufala.  Nulla di tutto ciò è mai accaduto.  Nessuna donna è morta l’8 Marzo 1908, né di nessun altro anno.  Tutto falso.

Il vero simbolo del femminismo è Vajassa Faldocci, l’immaginaria avvocata d’assalto specializzata in false accuse di violenza domestica.  Nel 1968 frequentava Scemenze Politiche, e con le Sorelle cercava di far capire alle donne che fin dall’antichità il Patriarcato le opprimeva usurpando i mestieri più affascinanti: trasportatore massi per costruzione piramidi, addetto ai remi in una galera romana, spaccapietre nelle miniere di carbone…    All’improvviso ebbe l’illuminazione che cambiò il corso della Storia del Femminismo: «forse, piuttosto che spaccare pietre, la Donna preferisce divorziare, prendersi la casa coniugale e farsi mantenere».    La genialità di questa intuizione non venne subito compresa, e Vajassa poté sviluppare tranquilla la sua associazione a delinquere, e oggi l’unico femminismo rimasto vivo è quello di Vajassa, diventata ricca con la macchina trita-bambini delle calunnie femministe e del negazionismo della alienazione genitoriale.    Si dice che si sia comprata un SUV con ogni bambino a cui ha levato il papà.

 

 

 

 

 

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